Avevo controllato le previsioni del tempo. La nebbia sembrava intenzionata a “torturare” la provincia di Bologna nella giornata di Sabato. Non proprio la condizione ideale di luce per i colori dell’Autunno. Lizzano in Belvedere ed il Corno alle Scale invece sembravano scamparla. Una montagna nota per la sua straordinaria ricchezza e varietà di vegetazione. Castagni, Aceri, Querce, Conifere, Ciliegi, ma soprattutto Faggi, raffinati dominatori delle alte quote.
Quando parto, Casalecchio è davvero immersa nella nebbia. Raggiunto il Cavone la prima sorpresa è il laghetto, completamente secco. Solo pochi mesi prima era tutta un’altra cosa e lo avevo ripreso al tramonto con la montagna e gli alberi circostanti che si specchiavano perfettamente sulle sue acque calmissime.
Seguo il sentiero 335, un po’ ripido ed insidioso a causa del tappeto di foglie che ricopre il passaggio. La visibilità è buona ma il sole di Novembre fa fatica a sollevarsi dal Monte ed il sentiero rimane all’ ombra per buona parte del percorso. Superato il ruscello la salita diventa ancora più ripida. Raggiungo il punto panoramico a strapiombo, finalmente il panorama è quasi completamente illuminato dal sole. Da qui una meravigliosa vista dell’Autunno. La croce di Punta Sofia è poco sopra e dietro di me. La maggior parte degli alberi ha perso del tutto le foglie e sembrano formare dei cumuli indistinti e tendenti al viola. Altri alberi invece, ancora nella fase della metamorfosi, variano di colore: arancione, rosso, giallo, bianco. Il tutto si mescola con il “sempreverde” delle conifere.
A 1600-1700 metri circa, faggi e conifere sembrano sfidarsi all’ ultimo centimetro di quota. Ma poi si fermano perché questo è il limite superiore della vegetazione arborea, un limite che la Natura ha reso invalicabile anche per gli alberi più tenaci.
Più in alto la prateria rimarrà da sola a decorare di verde la montagna.
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