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Esattamente trent’anni fa. Fine Ottobre del 1985.  Catapultato a Casalecchio di Reno, una città pressoché sconosciuta sia a me che a Paola. Allora non avrei mai immaginato quanto importante sarebbe diventata Casalecchio negli anni a venire.  Ma allora prevaleva la diffidenza per una città così diversa dalla mia. Tutto sembrava “fuori luogo”, insignificante, incomparabilmente limitato rispetto alla città da cui provenivo.  Capii solo più avanti che ero semplicemente “disorientato”, geograficamente, socialmente, emotivamente.

Ma quelle passeggiate domenicali al parco Talon avrebbero aperto un piccolo varco nel mio pregiudizievole scetticismo e lasciato un segno nel mio cuore.

Gli alberi secolari. Una vegetazione varia ed al tempo stesso straordinariamente “ordinata”. La collina come gigantesco argine naturale. I sentieri che conducono a viste panoramiche, attraversando viali, boschi e prati molto estesi. Le case antiche e le corti, testimonianza di una mondanità di altri tempi. Il frastuono del fiume e quella “chiusa” così misteriosa. Be’ dovevo ammetterlo: tutto questo nella mia cara città non c’era. Era “pericolosamente” bello, piacevole e curiosamente unico.

I colori saturi dell’autunno, le rosse foglie già cadute a terra, regolarmente distribuite ai piedi degli alberi. Il verde dell’erba. E quegli ippocastani così alti, in “formazione” ad accoglierti educatamente all’ ingresso. In alto le ultime foglie ingiallite ancora aggrappate coraggiosamente ai rami.  Spiragli di cielo azzurro tra gli alberi. In basso quelle ombre allungate, “decise” quasi scolpite e digradanti lentamente da una foglia ad un’altra sul terreno.

Tornai tante altre volte, nelle altre stagioni dell’anno scoprendo altri colori, altra ricchezza, una bellezza sorprendente in continua e periodica evoluzione.

Ma è l’immagine autunnale del parco che mi lasciò senza parole la prima volta.  Ancora oggi quando penso al Talon lo immagino nel pieno dell’Autunno, ippocastani spogli, foglie rosse sul terreno ed ombre allungate. Una foto “impressionata” solo nella mia memoria.

A distanza di tanti anni sono tornato.   Per rivedere quell’ immagine e rinfrescare il ricordo di un momento della Natura.

Sono tornato con cavalletto e fotocamera, questa volta.